Gichin Funakoshi





La mente è un tutt’uno con cielo e terra.
Il ritmo circolatorio del corpo è simile al sole e alla luna.
La legge include durezza e morbidezza.
Agisci in armonia con tempo e mutamento.
Le tecniche si portano quando esiste una apertura.
La distanza “ma” richiede di avanzare, arretrare, separare, incontrare.
Gli occhi non perdono neppure il più piccolo cambiamento.
Le orecchie ascoltano in tutte le direzioni.


Gichin Funakoshi comincia la sua carriera di karateka, sotto la guida di uno dei più illustri maestri del tempo: Anko Asato. La sua passione per il karate, comincia quando da piccolo, verso i 12 anni, va spesso a giocare dal figlio più grande di Asato, e si stupisce delle tecniche che il padre eseguiva in giardino. L'allenamento con il maestro era sempre durissimo, e molto spesso si svolgeva di notte, al solo chiarore di una lanterna; qui Asato insegna a Funakoshi tutti i segreti del karate, seppur con un allenamento durissimo.
I primi tempi Funakoshi doveva eseguire centinaia di volte il singolo kata o la singola tecnica, al fine di raggiungerne la perfezione. Funakoshi era molto legato alle tradizioni tanto che, malgrado la situazione economica della famiglia, vuole studiare medicina, ma tra le regole per entrare in accademia, c'è quella di tagliare la crocchia. La crocchia era molto importante all'epoca, e cosi decide di lasciare medicina piuttosto che tagliarla. Comincia così un lavoro da insegnante alla scuola di Okinawa, e continuerà a farlo per oltre 30 anni. Agli inizi del suo lavoro come insegnante, Funakoshi conosce Anko Itosu, amico di Asato, che acconsente ad insegnarli la pratica del karate, sempre sotto la guida di Asato. Le idee dei due maestri sono però piuttosto diverse, cosi come lo erano al tempo quelle di tutti gli altri maestri; non esisteva un sistema unificato di karate, ed ognuno personalizzava il proprio stile in base alle proprie esigenze.
Nel 1921 il re del Giappone è in viaggio verso l'Europa, e decide di far visita al piccolo distretto di Okinawa; qui durante la festa tenutasi per lui, incontra Funakoshi, che esegue delle tecniche dimostrative. L'anno dopo a Kyōto è in corso una esposizione di arti marziali ed educazione fisica, e Funakoshi viene mandato per rappresentare l'isola. Qui incontra Jigoro Kano che lo invita a tenere una dimostrazione nel suo dojo a Tokyo; Kano è entusiasta dello stile mostratogli da Funakoshi, e rivestendo un importante carica all'interno del ministero dell'educazione, lo invita a rimanere per divulgare la sua arte. Funakoshi sentendo le parole di Kano, decide di rimanere a Tokyo per divulgare il karate; all'inizio alloggia in una camera di 5 mt per 2, e fa il portinaio all'interno dello stesso palazzo. Il palazzo in questione è in realtà un pensionato per studenti, e quindi le possibilità di trovare allievi erano molte di più.

Non riuscendo a vivere esclusivamente con lo stipendio di base, decide di chiedere in prestito una sala del palazzo inutilizzata e cominciare cosi i primi corsi di karate. All'inizio gli studenti sono molto pochi, ma nel giro di 2-3 anni, il numero aumenta considerevolmente, e si cominciano a creare molti club di karate, soprattutto fra le università. Nacque cosi il dojo Shotokan, costruito ad Okinawa, che significa "la casa nel fruscio della pineta": Shoto era infatti uno pseudonimo usato da Funakoshi quando, da giovane, scriveva poesie.
Il dojo verrà distrutto nel corso della seconda guerra mondiale, e molti allievi moriranno. Nel dopoguerra però, alcuni degli allievi sopravvissuti tornano e ricostruiscono il dojo, così che Funakoshi possa ricominciare ad insegnare. In quegli anni Funakoshi scrive molti libri sulla filosofia del karate, ma il suo libro più importante sarà "Karate jutsu".
Dopo la morte della moglie, torna a Tokyo all'età di 81 anni e scopre che molti suoi allievi lo aspettavano per conferirgli la carica di presidente delle Japan Karate Association: è il 1949. Agli inizi del 1951 però, cominciano a nascere le prime divergenze di opinioni all'interno della federazione e alcuni maestri la lasciano. Il numero degli allievi continua comunque ad aumentare. Gichin Funakoshi muore nell'aprile del 1957, all'età di 89 anni; sulla sua tomba fu scritto: "Nel karate non attaccare mai per primo".

Tratto da "Wikipedia

Approfondimento:

Perchè Gichin Funakoshi è sempre stato contrario all'allenamento del Kumite

Pagina aggiornata sabato 9 novembre 2024


Il segreto della salute fisica e mentale non sta nel lamentarsi del passato, né del preoccuparsi del futuro, ma nel vivere il momento presente con saggezza e serietà.
La vita può avere luogo solo nel momento presente. Se lo perdiamo, perdiamo la vita. L'amore nel passato è solo memoria. Quello nel futuro è fantasia.
Solo qui e ora possiamo amare veramente. Quando ti prendi cura di questo momento, ti prendi cura di tutto il tempo.

Siddhartha Gautama




Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro.
Il guerriero per noi è chi sacrifica se stesso per il bene degli altri.
E’ suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a se stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell’umanità.

Toro Seduto




Ad ogni forza si contrappone una controforza.
La violenza, anche prodotta da buone intenzioni,
rimbalza sempre su chi l’ha generata.

Yamaoka Tesshu




Ciò che il gregge odia di più è chi la pensa diversamente;
non è tanto l’opinione in sé,
ma l’audacia di pensare da sé qualcosa che non sanno fare.

Arthur Schopenhauer