La longevità funzionale
La longevità funzionale è un obiettivo di molti, anche se pochi sono quelli che riescono a raggiungerla.
È la pratica dello sport che può aiutare a costruire una mentalità vincente, che diventa utile anche a combattere le malattie che con l’avanzare dell’età possono emergere.
L’essere umano arrivato ad una certa età anagrafica perde alcune delle sue qualità fisiche come:
- Mobilità articolare
- Tono muscolare
- Equilibrio del corpo
- Vista
- Udito
Per la vista e l’udito è possibile fare molto poco, anche se una vita e un lavoro usurante possono incidere molto su queste due qualità.
Mentre per il tono muscolare, mobilità articolare e l’equilibrio fisico possiamo fare moltissimo, infatti, spesso, queste carenze non sono naturalmente solo legate all’età avanzata, ma soprattutto:
- Mancanza di movimento
- Aumento del peso corporeo
- Indebolimento delle difese immunitarie
Indebolimento osseo
La mancanza di movimento e l’alimentazione sbagliata peggiorano la condizione della demineralizzazione ossea, favorendo la perdita di calcio, di fosforo e magnesio, portando il soggetto anziano all’osteoporosi, con conseguenze negative sull’intera attività fisica e sociale.
Nelle arti marziali si lavora con il peso naturale del corpo, non si usano attrezzi, per cui anche il costo economico per esercitarsi è molto ridotto ed è possibile allenarsi anche da soli.
Nei periodi più miti dell’anno è preferibile allenarsi all’aperto, poiché favorisce l’assimilazione della vitamina D, utile a mantenere efficiente il sistema scheletrico.
Nel karate i programmi di riscaldamento e di rilassamento prevedono moltissime tecniche di allungamento, di potenziamento muscolare, di respirazione e di focalizzazione dell’energia, il tutto basato su un lavoro tecnico di qualità.
Una parte molto importante è riservata al lavoro cardiovascolare di diversa intensità che contribuisce a mantenere efficiente il sistema, agile il corpo ed equilibrata la mente.
Molte tecniche di karate, come quelle dell’esecuzione dei calci, vengono eseguite su una sola gamba, per cui l’esecutore dovrà sviluppare un buon equilibrio, e questo è sicuramente di grande utilità anche nella vita quotidiana per evitare cadute o altri incidenti domestici.
Diversi praticanti “anziani” di karate, anche dopo operazioni di protesi alle articolazioni riprendono l’attività sportiva, recuperano velocemente lo stato fisico, riacquistando velocemente un buon tono muscolare e un certo vigore fisico.
Nel karate si pone molta attenzione al rafforzamento del “core” (complesso muscolare coxo-lombo-pelvico), una zona importante del corpo dove risiedono alcuni dei muscoli stabilizzatori e respiratori più importanti del corpo umano, e mantenere tali muscoli tonici porta innumerevoli vantaggi:
- Sulla postura generale
- Sul diaframma
- Per i dolori cervicali
- Problemi respiratori
- Patologie cardiovascolari
Karate: Attività psicomotoria completa
La pratica del karate anche solo misurata esclusivamente sotto l’aspetto ginnico, risulta ai primi posti come completezza e come attività fisica con il maggior dispendio di calorie.
L’invecchiamento del sistema nervoso e il deterioramento cerebrale conducono alla demenza senile, e mantenere un buon livello di attività fisica e intellettiva aiuta a prevenire o comunque a diminuire queste patologie.
Recenti lavori mostrano come, anche in presenza di una predisposizione genetica alla demenza, l’esercizio fisico regolare può bilanciare o addirittura azzerare i fattori di rischio correlato alla familiarità.
Le arti marziali sono esercizi di coordinazione, di equilibrio, di orientamento del corpo nello spazio, di autocontrollo emotivo.
Nella pratica viene data molta importanza al lavoro simmetrico su tutto il corpo.
Tale lavoro stimola tutti e due gli emisferi cerebrali, favorendo l’ambidestrismo e alcuni fattori mentali importanti, come:
- La curiosità e la socializzazione
- La capacità di agire
- La velocità di memorizzazione e di porsi obiettivi
- Di adattarsi a situazioni impreviste e stressanti che possono presentarsi a causa di una malattia o di lutto in famiglia
Alcune ricerche sulle plasticità cerebrale hanno stabilito che attività come la musica, la pittura, la meditazione e l’esercizio fisico, contribuiscono a sviluppare nuove sinapsi nel cervello.
Il karate è una forma di meditazione in movimento nella quale si uniscono concentrazione e lavoro fisico profondo.
Le tecniche corporee sono un distillato esperienziale millenario di grande utilità. Tali tecniche orientali racchiudono un vero elisir per quanti mirano a rimanere attivi e autonomi anche in età avanzata.
Dalla scienza
Uno studio apparso nel 2016 sul Journal of Sport and Health Science e diffuso dal sito web sciencedirect.com ha comparato l’efficacia di due diversi metodi di allenamento sulla funzionalità cognitiva degli adulti in età avanzata: il karate, da una parte, e il normale fitness dall’altra. Ecco una sintesi dello studio, che, per chi volesse approfondire, è consultabile integralmente, in lingua inglese, al seguente link: Comparing the effectiveness of karate and fitness training on cognitive functioning in older adults: A randomized controlled trial.
Lo studio scientifico: Premessa
Studi recenti dimostrano che attraverso l’allenamento aerobico in età avanzata si può rallentare il deterioramento della funzionalità cognitiva. È dimostrato che la combinazione di esercizi aerobici, di equilibrio e di coordinazione porta a un miglioramento o al mantenimento delle funzioni cognitive. Tali esercizi si possono trovare specialmente nelle arti marziali dell’Asia orientale. Lo scopo di questo studio è verificare se la pratica del karate per gli anziani ne migliora il funzionamento cognitivo e, se è possibile riscontrarlo, quali sono i campi cognitivi coinvolti.
Metodo d'indagine
Ottantanove donne e uomini anziani (età media: 70 anni) hanno partecipato a questo studio. I partecipanti sono stati suddivisi casualmente in due gruppi di lavoro (gruppo di karate e gruppo di fitness) e un gruppo di controllo. Tutti i partecipanti hanno dovuto eseguire una serie di test cognitivi prima dell’inizio e subito dopo la fine del periodo di allenamento controllato, che è durato cinque mesi. In uno studio successivo, il gruppo di karate è stato sottoposto a un ulteriore intervento di altri cinque mesi.
Evidenze scientifiche
I risultati dimostrano che vi è un significativo miglioramento della reattività motoria, della tolleranza allo stress e della cosiddetta “attenzione divisa” solamente per il gruppo sottoposto al periodo di allenamento di karate. Inoltre, i risultati dello studio successivo indicano ulteriori miglioramenti dopo dieci mesi di pratica continuativa.
Conclusioni
La pratica del karate può aiutare a migliorare l’attenzione, la resilienza e il tempo di reazione motoria già dopo un periodo di cinque mesi, ma con un periodo di allenamento esteso a dieci mesi i risultati sono ancora più evidenti.
Questo studio si inserisce coerentemente in una lunga serie di indagini scientifiche condotte nell’ultimo decennio, dalle quali si evince che le arti marziali tradizionali e, nella fattispecie il karate tradizionale giapponese, riescono, più di altre discipline, sport e metodi di allenamento, a produrre significativi miglioramenti fisici, mentali e spirituali nei praticanti di tutte le età.
Autori dello studio
- Kerstin Witte, Department of Sport Science, Otto-von-Guericke-University, Magdeburg 39104, Germany
- Siegfried Kropf, Department for Biometrics and Medical Informatics, Otto-von-Guericke-University, Magdeburg 39120, Germany
- Sabine Darius, Department of Occupational Medicine, Otto-von-Guericke-University, Magdeburg 39120, Germany
- Peter Emmermacher, Department of Sport Science, Otto-von-Guericke-University, Magdeburg 39104, Germany
- Irina Böckelmann, Department of Occupational Medicine, Otto-von-Guericke-University, Magdeburg 39120, Germany